Felice è questo luogo. 1000 graffiti pompeiani
Il fenomeno dei graffiti non nasce nel XX° o nel XXI° secolo. Già nell’Antichità, per comunicare cose che avrebbero dovuto restare visibili almeno per un po’, si utilizzavano i muri di edifici sia pubblici che privati. In questo libro risuonano le voci e i pensieri dei pompeiani del 79: donne e uomini, liberi e schiavi, giovani e vecchi.
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Peso | 450 g |
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Dimensioni | 14 x 19 x 2 cm |
Pagine | 320 |
Confezione | Brossura |
Illustrazioni | 600 b/n |
Anno di pubblicazione | 2013 |
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Lingua originale | |
Traduzione |
titolo originale: Glücklich ist dieser Ort! 1000 Graffiti aus Pompeji
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Testo: Latino e Italiano.
Il fenomeno dei graffiti non nasce nel XX° o nel XXI° secolo. Già nell’Antichità, per comunicare cose che avrebbero dovuto restare visibili almeno per un po’, si utilizzavano i muri di edifici sia pubblici che privati. In questo libro risuonano le voci e i pensieri dei pompeiani del 79: donne e uomini, liberi e schiavi, giovani e vecchi. I loro pensieri raggiungeranno direttamente e senza alcuna necessità di commento il lettore dei secoli successivi più di quanto non riesca ai monumenti in pietra e muratura. Ciò non rientrava nei propositi degli autori di queste osservazioni e confessioni, che essi intendevano invece collocare solo nello spazio di un attimo, di un’ora, di una giornata, di una settimana e rivolgere inoltre solo a una certa persona o a una cerchia di persone. È questa la natura, anche sotto il profilo verbale, del paradosso e del miracolo di Pompei: che, grazie alla sua caducità, è diventata eterna.
Vincent Hunink insegna latino e greco paleocristiano all’università Radboud di Nimega, Olanda. È attivo come traduttore di testi in latino.
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